Vittorio Adorni torna sul “luogo del delitto”. Il grande campione italiano ha fatto visita all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari per ricordare la sua impresa di 52 anni fa e mandare il suo in bocca al lupo a tutti i partecipanti al Campionato del mondo UCI 2020 in Emilia-Romagna.
Quando l’Unione Ciclistica Internazionale ha annunciato che Imola sarebbe tornata a ospitare la rassegna internazionale più importante dell’anno, la memoria dei tifosi è subito andata a uno dei gesti sportivi più ricordati di sempre, quel volo folle e fantastico che ha consegnato il campione in maglia azzurra alla gloria del ciclismo. Una fuga di 230 chilometri iniziata con Rik Van Looy ed altri corridori, per poi affrontarne 90 in solitaria, prima di tagliare il traguardo a braccia alzate con 9'50" di vantaggio su Herman Van Springel.
«A ripensarci, qui, mi vengono ancora i brividi. Feci qualcosa di irripetibile, al giorno d’oggi è impensabile un distacco di quasi 10’ tra il primo e il secondo arrivato a un mondiale - racconta con emozione. - L’emozione fu eccezionale perché non ero più un ragazzino e correvo il mondiale “in casa” (Parma dista 120 km da Imola, ndr). Il 1968 fu un anno particolare, non solo per il ciclismo. Erano i tempi dei movimenti studenteschi, c’era grande fermento sociale. Anche se nessuno potrà eguagliarmi, a Imola sono sicuro assisteremo ancora a un grande mondiale». Parola di campione.
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