Boston rinuncia, il presidente regionale Uisp, Mauro Rozzi, non è contrario, ma "bisogna fare una riflessione"
BOLOGNA, 29 luglio 2015 - Olimpiadi sì, Olimpiadi no. Al 2024 manca ancora un po' di tempo, ma la scelta se candidarsi o meno ai Giochi fa già discutere. Boston ha rinunciato a farlo, mentre l'Italia prosegue la sua corsa. Il presidente della Uisp Emilia-Romagna, Mauro Rozzi, non è contrario per principio alla candidatura di Roma, avanzata dal governo Renzi l'anno scorso. L'importante però è "fare una riflessione seria e organizzare le Olimpiadi con parsimonia e attenzione". A fare paura nel caso italiano sono precedenti poco positivi, fatti di sprechi e poca trasparenza. "L’Italia – continua Rozzi - è un Paese in grado di fare cose bellissime, ma di sprecare anche tantissimo".
L’allora premier Mario Monti nel 2012 rinunciò a portare avanti la candidatura della capitale per le Olimpiadi 2020. Nel caso di Boston, la decisione di tirarsi indietro è stata presa dal sindaco Martin Walsh, che non intende, come chiesto dal comitato olimpico statunitense, farsi carico di eventuali buchi di bilancio, causati da introiti inferiori alle aspettative. Così, mentre gli Usa stanno pensando se candidare un’altra città, rimangono in lizza Roma, Parigi, Amburgo e Budapest.
Cosa possono portare i Giochi all’Italia? "Potrebbero essere l’occasione per costruire nuovi impianti sportivi, di cui il nostro Paese ha bisogno", risponde il presidente regionale Uisp. Certo gli scandali precedenti causano una "paura latente". Quello che serve è "una figura competente" messa a capo del progetto, solo così le Olimpiadi possono diventare per l’Italia "un’opportunità anche per diffondere i valori dello sport, oltre la competizione agonistica".