I ciclisti italiani non vedono l’ora di tornare al lavoro ACCPI, con l’appoggio della FCI, scrive al governo pubblicato il 09/04/2020
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I ciclisti italiani non vedono l’ora di tornare al lavoro

ACCPI, con l’appoggio della FCI, scrive al governo 

Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani (ACCPI) si è riunito ieri virtualmente per fare il punto sull’emergenza Covid-19 e confrontarsi direttamente con i propri associati su come affrontare i problemi con i quali si stanno e dovranno interfacciarsi a causa della pandemia globale.

In una partecipata videoconferenza, il presidente Cristian Salvato e i vicepresidenti Alessandra Cappellotto e Matteo Trentin hanno aggiornato le cicliste e i ciclisti della massima categoria sull’esito dei meeting svolti da ACCPI con i vertici di FCI, CPA e UCI, tramite l’associazione mondiale dei corridori guidata da Gianni Bugno.

Oltre che di stipendi e calendari, si è discusso molto di quando si potrà tornare ad allenarsi su strada e per questo si è deciso di inviare una lettera ai Ministri per le Politiche giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora, della Salute Roberto Speranza e del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo chiedendo loro di inserire gli atleti di vertice nazionale nelle categorie di lavoratori che, se ci sarà un’apertura dopo Pasqua, potranno tornare a svolgere la propria attività.

«Riteniamo indispensabile fare una richiesta formale al governo perché prenda in considerazione la peculiarità del nostro sport e dia la possibilità, ai nostri atleti, di riprendere il loro lavoro inserendoli nel prossimo DPCM. Ovviamente non dimentichiamo il dramma di vite umane che ogni giorno questo virus ci sta portando via, lasciando nella sofferenza tantissime famiglie. Sarebbe inappropriato, in questo momento, pensare alle gare, alla gioia e al momento di festa che una manifestazione sportiva rappresenta. A questo penseremo più avanti ma già ora dobbiamo tutelare i nostri ragazzi e ragazze, che con il loro lavoro devono mantenere la propria famiglia, per questo d’accordo con la Federazione Ciclistica Italiana abbiamo atteso il momento propizio per far sentire la nostra voce» spiega Salvato che è costantemente in contatto con il presidente FCI Renato Di Rocco, che domani si confronterà direttamente con Spadafora e, ancora una volta, si farà portavoce del gruppo.

«Ringraziamo di cuore Renato, che si sta dando davvero da fare per salvaguardare tutti i componenti della famiglia del ciclismo. Nei momenti difficili bisogna fare squadra e il ciclismo italiano lo sta facendo molto bene. Abbiamo discusso del decreto Cura Italia e delle iniziative promosse da Sport e Salute e stiamo valutando la possibilità di accedere agli aiuti previsti per chi ne avesse bisogno. Dalle telefonate quotidiane che abbiamo con gli atleti, abbiamo percepito in alcuni la tensione e l'insofferenza che questo periodo di stop provoca ed abbiamo pensato di interpellare un pool di psicologi sportivi per sostenerli anche da questo punto di vista» aggiunge Cappellotto, sempre al fianco delle cicliste italiane e non solo, essendo responsabile del CPA Women.

Come anticipato dall’iridata di San Sebastián 1997, per i propri associati ACCPI ha attivato un supporto psicologico, incaricando il Professor Maurizio Bertollo, vicepresidente della Federazione Europea di Psicologia dello Sport (FEPSAC), di realizzare un decalogo che possa aiutare loro e tutti i ciclisti praticanti ad affrontare questo difficile periodo di isolamento. Il Professore dell’Università G. d’Annunzio di Chieti-Pescara, insieme a qualificati colleghi, alcuni dei quali membri del board dell’Associazione Italiana di Psicologia dello Sport (AIPS), svolgerà, a partire da questa settimana, dei seminari online rivolti ai corridori della massima categoria e, su richiesta, eventuali consulenze private. Le indicazioni comportamentali che il team di psicologi fornirà ai campioni azzurri tramite i webinar verranno pubblicati sul sito www.accpi.it e sui social dell’assocorridori così che possano essere d’aiuto per tutti gli appassionati di ciclismo in “astinenza” da sport.




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