Julian Alaphilippe ha nutrito di speranza il popolo francese e Bernal, sceso come un’angelo, lo ha confortato con il suo splendore, ci ha meravigliati per la facilita’ nel superare la fatica.
Un Tour frizzante, finalmente imprevedibile fino all’ultima tappa come il tempo che cambia quando vuole.
Nelle Grandi corse a tappe si fa’ sempre piu’ incisivo il potere colombiano, tre nei primi  10 in questo Tour.
Domineranno come i nord africani nelle maratone podistiche?

Gli organizzatori si avviano verso le tappe sempre piu’ brevi in cui l’abilita’ prevalga sulla resistenza .In fondo, grazie ai motorhome, anche i trasferimenti di tappa in tappa degli atleti sono sempre meno stressanti.

Certamente, c’è tanto da fare per rendere una corsa a tappe “mondiale” sempre piu’ moderna ed accattivante come TV vuole. Mi permetto di evidenziarne qualche punto:

1)  Come sopravvivere alla monotonia esasperante di certe tappe? L’alternanza dei bei paesaggi, di informazioni storiche e culturali, la fuga tenuta sotto controllo, dopo un’oretta, non evitano la distrazione, se non la pennichella, dello spettatore. L’antidoto non è il caffe’ doppio ma  l’inserimento lungo il percorso di piu’ “TRAGUARDI VOLANTI CON ABBUONI (o bonus) e PUNTI “. 
Soldi, punti e secondi interessano tutti i corridori. Credetemi, 160 km, quattro traguardi volanti (o GPM), cambieranno le corse su strada.

2)  Ottima la cicloturistica nella citta’ di partenza. In fondo, un diecina di chilometri servono anche ai ciclisti per farsi una chiacchierata visto che trascorrono tre settimane incapsulati e ………………per  salutare il pubblico.

3)  Dov’è  possibile,la zona di arrivo, dev’essere strutturata come un piccolo STADIO per fornire al pubblico presente due ore di musica, sport e spettacolo. L’attesa dell’arrivo della tappa non basta piu’.
Tanti spettatori preferiscono godersi la corsa nel divano di casa!I
Giovani ciclisti potrebbero riempire con le loro gare il tempo dell’attesa.In fondo non è molto complicato realizzare un circuito con in comune la zona di arrivo.

4)  Capisco che gli organizzatori facciano del loro meglio per la sicurezza dei corridori. Ma su questo fronte non bisogna mai accontentarsi. Ho visto al Tour strade senza parapetti con burroni “mortali”.
In questi casi non si esagera se si collocano le reti. Basta chiedere a Wladimir Belliquanto sia utile questa infrastruttura.

5)  Facciamola finita con la cronosquadre nelle corse a tappe. Sono semplicemente ingiuste. 

6)  Se si considera la fatica, i pericoli cui sono sottoposti i ciclisti, la passione del pubblico verso i concorrenti, ritengo che il Montepremio delle gare ciclistiche “mondiali” vada assolutamente elevato.
E’ scandaloso se poi, lo confrontiamo con quello degli altri sport come il calcio, il tennis, il Golf ecc. decisamente “meno pesanti” per chi li esercita e “meno  trainanti” nel territorio in cui si svolgono.