A volte ci sono storie che nascono dalla rivincita su pregiudizi e stereotipi, e sono storie di successo. E questa è una di quelle.
Tutto inizia nel 1970 quando Ike Tseng, un giovane uomo d’affari di Taipei, si trova in viaggio per gli Stati Uniti e, entrando in un negozio di biciclette, trova un cartello con un messaggio chiaro e quanto mai lapidario: “Non si riparano bici fabbricate a Taiwan”. La ragione la spiega lo stesso titolare del punto vendita, adducendo alla scarsa qualità delle bici provenienti da questo Paese. Superato lo sgomento per quella frase e raccolto il guanto di sfida, Ike Tseng rientra in patria con la chiara intenzione di sfatare questo pregiudizio e un paio di anni più tardi inaugura a Yuanlin, a ovest dell’isola, Merida Industry Co. Ltd, l’azienda che sarebbe poi diventata uno dei principali produttori al mondo di biciclette.
Il nome scelto non è casuale, infatti Merida rappresenta una semplice forma costruttiva delle tre sillabe “Me-Ri-Da” che nella lingua di Taiwan esprimono l’obiettivo dell’azienda di realizzare esclusivamente prodotti di alta qualità, per consentire a chiunque di raggiungere la propria destinazione nel modo più piacevole possibile.
Da terzista a protagonista del mercato
“Ma perché produrre solo per altri, quando potrei stare sul mercato con un mio personale brand?” Si deve essere chiesto Ike Tseng, e così, 16 anni dopo la fondazione della prima fabbrica, l’imprenditore taiwanese lancia sul mercato il marchio indipendente MERIDA.