Treviglio (Bergamo), 7 settembre 2015 - È stata la celebrazione di un uomo ma anche la conferma dei grandi valori che da sempre caratterizzano il marchio Bianchi. Tutti presenti oggi pomeriggio nella sede della Fiv Edoardo Bianchi a Treviglio: dirigenti, dipendenti, consulenti esterni, ex campioni, Felice Gimondi su tutti. Insomma, la grande famiglia celeste al completo. C’era da festeggiare l’ultimo giorno di lavoro di Giacomo Mauri, 74 anni ben portati, dei quali 57 trascorsi al servizio dell’azienda.
“Dobbiamo onorare il nostro passato per essere degni del nostro futuro, celebrando quelli che io chiamo gli eroi silenziosi, e Giacomo Mauri è uno di questi”, ha detto nel saluto dell’azienda Bob Ippolito, CEO di Bianchi. Anche il grande Felice Gimondi ha testimoniato il suo affetto e la sua stima verso Giacomo, mentre il Sindaco di Treviglio Giuseppe Pezzoni si è rivolto al festeggiato parlando di “un grande esempio per il mondo del lavoro”.
Era una mattina di febbraio del 1958, quando Mauri - non ancora 17enne – si mise viaggio in pullman dal suo paese, Agnadello, fino a Milano, la fermata ai Tre Ponti, poi il tram numero 25 fino al capolinea che portava ai cancelli della fabbrica. Il suo primo giorno in Bianchi.
Da allora ad oggi, attraversando ben oltre mezzo secolo, molte cose sono cambiate, ma non le solide radici di un’azienda fondata sulla passione, sulla qualità del lavoro e sull’innovazione. Giacomo Mauri è la sintesi di questi valori. Entrato come generico in carpenteria, ha costruito un ineguagliabile bagaglio di esperienza, diventando una figura di riferimento del Reparto Corse, della produzione, della presentazione dei nuovi modelli alla rete vendita, e infine uno dei massimi esperti del corretto posizionamento dei corridori in sella.
Al Reparto Corse, Mauri ha avuto maestri come Giuseppe de Grandi, conosciuto come Pinella, e Luigi Gilardi, anche lui meccanico di Coppi, un vero e proprio mago nella costruzione dei telai per le squadre. Mauri ha fatto le sue esperienze con loro, contribuendo a realizzare i mitici telai Bianchi per una quantità di campioni: Coppi, Anquetil, Baldini, Maspes, Gimondi, Riviere, Altig e tanti altri.
Durante la festa è stato davvero emozionante ascoltare i ricordi di una vita in Bianchi raccontati dallo stesso Mauri, dai giorni del ciclismo eroico agli ultimi anni dedicati al posizionamento in sella di tanti campioni e appassionati della bicicletta. “Ricordo Pantani - ha raccontato Mauri - una persona speciale, messo molto bene in bicicletta e capace di trasmettere passione. Ricordo Ullrich, ragazzo molto serio, al quale ho fatto molti test, proponendogli un telaio con nuove geometrie, molto più piccolo rispetto a quello che usava di solito. Mi ha ascoltato e poi, dopo qualche giorno, mi ha detto che si trovava benissimo. Ricordo Bugno che non si lamentava mai. Ricordo gli anni della MTB, da Acquaroli ad Absalon, gli sviluppi e la crescita enorme del nostro settore fuoristrada”.
Al termine della festa il CEO di Bianchi Bob Ippolito ha regalato una Infinito CV a questo personaggio simbolo della passione celeste per oltre un cinquantennio. “Qui tutte le biciclette hanno un’anima e l’ultima, la Specialissima, è molto elegante e tecnologica e a suo modo ha già una storia. Nell’ultimo periodo siamo cresciuti molto, è stato fatto un grande sforzo nella produzione, ma abbiamo conservato la classicità ed eleganza del prodotto. Questa azienda merita un grande ringraziamento da parte mia, mi ha fatto crescere professionalmente e come persona. Per me è stata una seconda famiglia”, ha detto Mauri, visibilmente emozionato nel suo discorso di commiato.
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