Valerio Magnani: la rivincita di un ciclista per caso pubblicato il 08/05/2015
 
Valerio Magnani: la rivincita di un ciclista per caso
Salito in bici a fine anni Ottanta per recuperare dopo un intervento in seguito a un infortunio calcistico, Valerio Magnani ha presto scoperto la sua vocazione per la salita. È un agonista nato, non molla mai, e questo lato del suo carattere gli ha permesso di togliersi grandi soddisfazioni e di risollevarsi dopo una squalifica. Il suo obiettivo? Dare tutto e divertirsi. 

Valerio Magnani, il Supergentlemen volante degli Scatenati, in azione alla Dieci Colli Bolognesi 2015. [ph Play Full]
 

Valerio Magnani

Nato a: Faenza (Ra)
Il: 22 giugno 1957

Residente a: Brisighella (Ra)

Stato civile: convivente dal 1988 con Anna

Attività: pensionato

Squadre ciclistiche:

2007 GS Alvisi Uemme (Amatore)
2008 individuale (Amatore)
2009 GS Alvisi Uemme (Amatore)
2010 GS Alvisi Uemme (Amatore)
2011 GS Alvisi Bicycles (Amatore)
2012 GS Alvisi Bicycles (Amatore)
2013 individuale (Amatore)
2014 KTM ASD Scatenati (Amatore)
2015 KTM ASD Scatenati (Amatore)

Risultati nelle granfondo (podi di categoria):

2007 GF Davide Cassani (unico) - terzo
  GF Dieci Colli Bolognesi (medio) - terzo
  Fondo Terme di Castrocaro (lungo) - primo
  GF Straducale (medio) - primo
  Giro del Sangiovese - Roberto Conti (medio) - primo
2008 GF Davide Cassani (medio) - secondo
  GF Chianciano Terme (lungo) - terzo
  GF Matildica Cooperatori (lungo) - terzo
  GF Marco Pantani (medio) - terzo
  GF Sulle strade dei Sapori Bolognesi (medio) - terzo
  GF Pantanissima (medio) - primo
  Fondo Silver Cross - Città di Misano (lungo) - terzo
  MF Iacco Bike (unico) - terzo
2009 GF Le Strade del Mare (lungo) - secondo
  GF Maurizio Fondriest (lungo) - secondo
  GF Marco Pantani (medio) - terzo
  GF dei Castelli Malatestiani (medio) - terzo
  GF Pantanissima (medio) - primo
  Fondo Coop Città di Cervia (medio) - secondo
  GF Southgardaroad (lungo) - secondo
2010 GF Davide Cassani (lungo) - terzo
  Giro del Sangiovese - Roberto Conti (lungo) - secondo
  GF Rock No War - Giro dell'Appennino Modenese (unico) - secondo
  GF Marco Pantani (medio) - secondo
2011 GF Giordana (medio) - primo
2012 GF del Conero Cinelli (lungo) - terzo
  GF Perini - Coppa Piacentina (lungo) - terzo
  GF del Verdicchio (lungo) - terzo
  GF Matildica Cooperatori (lungo) - primo
  GF Damiano Cunego (corto) - secondo
  GF Giordana (medio) - primo
  Maratona dles Dolomites (lungo) - primo
  GF dell'Adriatico (medio) - primo
  Granfondo del Tartufo (lungo) - primo
2013 GF Davide Cassani (lungo) - secondo
  Fondo Città di Riccione (lungo) - primo
  Dieci Colli Bolognesi (lungo) - primo
  Maratona degli Appennini (lungo) - primo
  Granfondo del Capitano (lungo) - primo
  Sportful Dolomiti Race (medio) - secondo
  Maratona dles Dolomites (lungo) - terzo
  GF Internazionale San Marino (lungo) - secondo
  GF Rock Racing (lungo) - primo
  GF Cinque Terre (lungo) - secondo
  GF Roberto Conti (lungo) - primo
  Granfondo FRW (lungo) - primo
2014 GF Davide Cassani (lungo) - secondo
  Fondo Città di Riccione (lungo) - primo
  GF Selle Italia - Via del Sale (lungo) - primo
  GF Pantanissima (lungo) - primo
  GF Over The Hills (lungo) - primo
  Dieci Colli Bolognesi (lungo) - primo
  GF Rock Racing (lungo) - primo
  Granfondo del Capitano (lungo) - primo
  Sportful Dolomiti Race (lungo) - terzo
  GF Internazionale San Marino (lungo) - primo
  Fondo Leopardiana (lungo) - secondo
2015 GF Davide Cassani (lungo) - primo
  GF Selle Italia - Via del Sale (lungo) - primo
  Dieci Colli Bolognesi (lungo) - secondo

8 maggio 2015 - Valerio Magnani fa parte degli Scatenati dalla fine della stagione 2013. Pensionato da un anno, si divide fra le tre attività di casalingo, contadino e - ovviamente - di ciclista. Si definisce un agonista nato e non molla mai. È alto 170 centimetri per un peso forma di 62 chilogrammi ed è uno scalatore puro. Per questo ama le prove dure e porta nel cuore le sue vittorie sulle grandi montagne.

Valerio, come è nata la tua passione per il ciclismo?

Ho iniziato incidentalmente, in seguito a interventi a un ginocchio dovuti a infortuni calcistici. Obbligato a far riabilitazione, acquistai una city bike che usavo lungo il percorso casa-lavoro di 30 chilometri. Lungo la Via Emilia incontravo i ciclisti veri e davo battaglia con i sandali ai piedi. Poi piano piano mi sono appassionato e ho partecipato a un paio di cronoscalate riuscendo a batterne qualcuno, anche se pedalavo con le scarpe da ginnastica.

Di che anni parliamo?

Era la fine degli anni Ottanta. Con le gare ho cominciato più tardi, 10-12 anni fa, con 3-4 mediofondo e cronoscalate all'anno. Poi mi comprai la bici nuova e iniziai a pedalare più seriamente. A livello di allenamento non ho preparatori e non uso tabelle, ma mi baso sull'esperienza, parlo con gli altri e mi informo leggendo. Uso un minimo di criterio ma vado a sensazioni, soprattutto l'inverno: inizio piano piano poi faccio della gran salita perché è lì che mi diverto.

Come sono cambiate le cose con l'età?

La cosa penosa è che ci si illude di poter rimanere giovani. Il rischio è - bonariamente - quello di rendersi ridicoli. Oggi mi alleno di più. Se anche faccio tante cose, posso andare in bici molto di più di quando lavoravo:  prima facevo 7000 chilometri all'anno mentre nel 2014 ne ho fatti 24000. Io posso dire di andare più forte adesso di 10 anni fa, ma il tempo passa. Cambia il recupero, quindi ora uso integratori che prima mai avrei pensato di usare. Poi avvicinandosi ai 60 il successo è mantenere le posizioni nella sfida con i pari categoria e anche con i più giovani, specie sulle salite qui in zona.

E oggi cosa significa per il ciclismo per Valerio Magnani?

Mi rendo conto che è una parte forse anche troppo importante della mia vita. Vado in bici 6-7 volte a settimana, poi però soffro la tensione, lo stress.  La testa dice che devo pensarci meno, ma poi mi accorgo di fare l'opposto. Sia chiaro che mai ho inveito contro qualcuno o sgomitato per entrare in griglia. Non siamo professionisti, l'importante è esserne consapevoli. Non possiamo definirci corridori: io dico che vado in bici e vado forte in salita, non di essere un corridore. Vorrei fosse chiaro questo: è un gioco. Non ci si deve prendere troppo sul serio e aver delle pretese nei confronti delle società e degli organizzatori.

Hai un campione di riferimento?

Quando c'era, era Pantani: mi ha dato grandissime emozioni. Ora mi piace molto Contador per i grandi giri. Io sono sempre all'attacco e lui è uno dei pochi che non si risparmia.

Insomma ti ci riconosci?

Sì, un po' mi ci riconosco.

C'è un personaggio che per te - come ciclista - è o è stato determinante?

In realtà nessuno, io sono un solitario. Anche per gli allenamenti raramente esco con altri o con la squadra. Abito un po' fuori zona rispetto al nucleo forte di Meldola e Forli e a volte non ci vediamo per mesi. Ma conosco tanta gente.

Qual è il tuo rapporto con gli avversari?

Negli ultimi due o tre anni mi è sempre andata particolarmente bene, alla perfezione. Mai avrei pensato che avrei vinto tanto. Ci sono 5-6 avversari a livello nazionale - nella mia categoria, s'intende - che quando ci incontriamo mi danno dei minuti. Con altri si vince e si perde. Ma non è questo che importa. Per esempio, quest'anno alla GF Davide Cassani ho vinto la mia categoria ma non mi sono divertito. Alla GF Selle Italia di Cervia, invece, ho vinto con una delle mie migliori prestazioni: sul traguardo pensavo di essere arrivato secondo ma ero già contentissimo per come mi era riuscita la corsa. Poi ho scoperto di aver vinto e sono stato ancora più felice. Se ho dato tutto arrivo a casa contento. E poi riconosco il valore dell'avversario.

E con i tuoi compagni Scatenati?

Ci scambiamo opinioni, poi con il presidente Stefano Laghi ci sentiamo molto al telefono.  Siamo 5 o 6 che andiamo forte più o meno uguale e ci teniamo a ben figurare tra di noi. Con loro mi trovo benissimo anche perché riesco a fare le gare che mi interessano. Farei fatica a subire imposizioni e per questo non sono andato da un'altra parte.

In questa stagione stai raccogliendo quello che ti aspettavi?

Negli ultimi due anni ho partecipato a 39 corse e ne ho vinte 19. Mai e poi mai avrei pensato a una cosa del genere. A volte mi chiedo "come ho fatto a battere quello lì"? Quest'anno ho fatto due vittorie su due gare (più il secondo posto di categoria alla Dieci Colli Bolognesi, successivo all'intervista, nda) e sono contento di aver vinto la Cassani perché si corre a Faenza e perché non l'avevo mai vinta.

Quali sono gli altri tuoi obiettivi principali per la stagione 2015?

Quest'anno nella mia categoria (Supergentlemen, nda) sono passati 3-4 granfondisti che sulla carta sono più forti di me. Per questo punto alle 6h30' alla Nove colli e a ripetere il mio miglior tempo di 5h32' alla Maratona delle Dolomiti, senza velleità di piazzamenti. Poi spero in altre due o tre vittorie ma sono consapevole dei valori in campo

La tua gara più bella, quella che ricordi come impresa o più volentieri?

Sono tre. L'emozione della vittoria alla Maratona (dles Dolomites, nel 2012, nda) è unica. Poi  la prima volta che ho vinto all'Aprica (il medio della GF Giordana 2012, nda) su quelle salite mitiche: per uno scalatore è incredibile. L'altra è la Faenza-Monte Busca, una gara in linea che mio babbo aveva vinto e che anch'io dovevo vincere: nel 2014 ce l'ho fatta!

Dunque hai avuto un padre ciclista?

Sì, Bruno Magnani. Ha corso per un paio di stagioni nell'immediato dopoguerra. Un anno partecipò a 18 gare vincendone 12, poi ha scelto il lavoro. Probabilmente la passione per il ciclismo è nata anche grazie a lui, che negli anni 70 mi caricava in macchina e mi portava a vedere le corse.

Il momento più brutto, invece?

A parte le cadute, è stato la squalifica per doping (a fine 2012, nda), un momento molto duro. Avevo qualche colpa che ho riconosciuto, ma sono stato squalificato più per ignoranza che per altro: avevo una ricetta di Bentelan ma non ho chiesto l'esenzione terapeutica perché non conoscevo il regolamento. Il lato positivo della vicenda è che al controllo si è visto che non prendevo tutta una serie di altre sostanze. Fu un periodo molto brutto per gli insulti e per i problemi dal punto di vista personale e anche in famiglia. Poi tutte le cose che hanno detto le persone alle mie spalle, persino qualche amico. Negli ultimi anni ho avuto la mia rivincita: ho corso di più e ho dimostrato cosa valgo. Ma prima ero arrivato a non leggere più i siti di ciclismo per paura di trovare insulti. Scrissi anche una lettera a GranfondoNews dove spiegavo cosa era successo. Passare per drogato tutta la vita perché hai preso una medicina mi sembra troppo. Io lo so cosa ho fatto, ma nel nostro mondo purtroppo ci sono invidie e sospetti, è così. Ne ho preso atto ma è stata dura da digerire. La mia fortuna è che la squalifica fu di soli 6 mesi, perché se fosse durata un giorno in più oggi non potrei correre. Ma quella macchia rimane.

Hai un sogno nel cassetto come ciclista?

Dopo questi due anni alla grande sono molto soddisfatto. Quello che spero è di trovare la forza di staccarmi il numero dalla schiena quando compirò 60 anni. Poi mi piacerebbe rivincere la Maratona, la Sportful o la Oetztaler.

Informazioni:

Gli Scatenati - sito ufficiale




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